Per esplorare comunità diverse, per ascoltare voci che arrivano da lontano, per lasciarci interrogare da chi vive e costruisce legami altrove, in altri contesti, con altre sfide.
Ma qualcosa è cambiato. Negli anni, senza forse accorgercene del tutto, abbiamo iniziato a costruire anche noi una forma di comunità: fatta di relazioni, di incontri, di spazi riaperti, di parole condivise, di pratiche che hanno lasciato tracce nel paesaggio e nella memoria. Abbiamo costruito insieme un modo nuovo di vivere la città, di raccontarla, di pensarla come un luogo di possibilità. Aosta non è più solo il punto da cui partiamo. È anche ciò che stiamo creando.
È da qui che nasce il senso di questa edizione. Dalla volontà di tornare a guardare le altre comunità, ma con occhi nuovi: quelli di chi sa, ormai, che anche qui si è generata una storia. Che anche qui vale la pena fermarsi, osservare, ascoltare ciò che è successo. E chiedersi cosa resta, cosa riverbera, cosa può ancora crescere.
Le storie alte sono quelle che ci aiutano a sollevarci — non nel senso dell’eccezionalità, ma nel senso della visione, del respiro, della profondità. Sono quelle che ci insegnano a vedere nel dettaglio il disegno più grande. In questa edizione, cerchiamo quelle storie che ci parlano di comunità costruite, e le mettiamo in relazione con la nostra storia recente, con i legami che abbiamo tessuto, con i semi che abbiamo provato a piantare.
Riverberi 2025 è un invito a guardarci dentro senza chiuderci, a studiare ciò che siamo diventati attraverso ciò che abbiamo ammirato negli altri. È un’edizione che parla di appartenenza, ma senza confini. Di radici, ma sempre in movimento. Di memoria, ma come terreno fertile.
Perché ogni comunità, quando è viva, non smette mai di interrogarsi.